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Pre-apertura della caccia: 5 giornate nel mese di settembre
Modalità previste per il territorio provinciale.
Giovedì 3 settembre inizia l’attività venatoria, con la prima di cinque giornate di anticipazione.
Le altre sono previste per domenica 6, giovedì 10, domenica 13 e giovedì 17 settembre.
In queste giornate si può sparare a merlo, tortora, gazza, cornacchia grigia e ghiandaia esclusivamente da appostamento fisso o temporaneo dalle ore 5,45 alle ore 13,00 (ora legale) in tutto il territorio provinciale ad esclusione del Pre-parco del Delta del Po e della fascia costiera, sita a mare della SS.16 Adriatica (vecchio tracciato)-Argine Sinistro Fiumi Uniti – Canale della Gabbia-Via Trieste e SS. Romea Nuova e delle Zone di Protezione Speciale di cui al sistema di Rete Natura 2000 ove l’attività venatoria si avvia alla 3° domenica di settembre.
La Regione Emilia-Romagna con la deliberazione di Giunta n.1099/2009 ha stabilito le modalità di intervento di ogni singola provincia e per ogni singola speciedi avifauna che, più di altre, arrecano danno alle produzioni agricole.
Per la Provincia di Ravenna si potranno cacciare:tortora dal collare orientale e storno, nelle giornate e negli orari previsti dal Calendario Venatorio, con le modalità e i tempi di seguito indicate, ad esclusione delle ZPS in cui anche la caccia in deroga decorrerà dal 20 di settembre.
- Tortora dal collare dal3 settembre al 31 ottobre da appostamento fisso e temporaneo esclusivamente nel raggio di 100 metri da coltivazioni di girasole, sorgo, mais, grano, soia, pisello proteico e ceci con coltura in atto per un massimo giornaliero e stagionale di 5 e 50 capi per cacciatore.
- Storno dal3 settembre al 31 ottobre esclusivamente da appostamento fisso e temporaneo, senza l’uso di richiami vivi, su tutto il territorio provinciale ad esclusione dei Comuni di Casola Valsenio e Riolo Terme, mentre per Brisighella fino alla congiungente la strada n. 63 di Valletta-Zattaglia e la strada Comunale per Monte Visano fino al confine con Forlì-Cesena, per proseguire dal 1 novembre al 31 dicembre, da appostamento fisso e temporaneo, senza uso di richiami vivi esclusivamente nel raggio di 100 metri da frutteti ed uliveti sull’intero territorio provinciale per un numero massimo giornaliero e stagionale di 20 e 200 capi.
Con la stessa deliberazione sono state individuate le figure che possono occuparsi di tale prelievo, individuandole fra i cacciatori residenti in Regione Emilia Romagna quelli iscritti all’ATC locale, ai residenti che esercitano la caccia con mobilità, che esercitano la caccia in aziende faunistiche venatorie o che abbiano optato per la caccia da appostamento fisso con uso di richiami vivi.
Resta inteso che è possibile usufruire della caccia in mobilità, mediante prenotazione telefonica, esclusivamente a decorrere dal 1 ottobre è comunque necessario informarsi sulle modalità di caccia in deroga relative alle province in cui si sceglie di andare.
Da sabato 15 agosto, ha preso avvio l’addestramento dei cani da caccia sull’intero territorio provinciale aperto all’attività venatoria; nelle ZPS solamente a decorrere dal 2 settembre.
L’allenamento e l’addestramento dei cani da caccia si protrarrà fino al giovedì 17 settembre, dalle ore 7 alle 20, con esclusione delle giornate di martedì e venerdì e nelle giornate di pioggia e quando il terreno è ancora bagnato, al fine di evitare danni alle colture agricole.
Nel periodo 2 settembre - 17 settembre l’addestramento è vietato nelle giornate e negli orari in cui è consentito l’esercizio venatorio.
Dal 1 ottobre al 30 novembre, possono essere usufruite ulteriori due giornate alla sola migratoria da appostamento.
Il territorio agro-silvo-pastorale provinciale è caratterizzato da ambienti diversificati che offrono prati incolti piuttosto secchi, frutteti irrigui e boschi verdi e rigogliosi, piccole proprietà contadine, con appezzamenti frammentati da continui fossi e canali di bonifica, nonché siepi e filari frangivento, che offrono rifugio e sostentamento alla fauna selvatica.
E’ proprio al fine di mantenere o ripristinare tale biodiversità ambientale ed agro-forestale, che la nostra Provincia si sta dedicando ormai da diversi anni, ad interventi di miglioramento ambientale, con contributi alle colture agricole a perdere o finalizzati alla creazione e mantenimento di quegli habitat sopra descritti, ritenuti necessari al rifugio ed alimentazione della fauna stessa, risultato di strette sinergie fra cacciatori e agricoltori che operano sul medesimo territorio.
Sono infatti di fondamentale importanza quelle piccole realtà quali le vecchie siepi di confine che una volta così comunemente costellavano le nostre campagne, od anche semplicemente quei fossati che con una vegetazione selvatica incontrollata o quasi, ci permette di fornire rifugio e sostentamento alla piccola fauna selvatica, in una campagna sempre troppo nuda ed intensamente coltivata.