27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA 2006

Il 27 gennaio non celebriamo un anniversario qualunque. Non è una data che si riferisce a un avvenimento, a una vicenda che ha coinvolto nel passato uno o più popoli, ma all’essenza stessa della storia, cioè la memoria di ciò che è successo e, soprattutto, dei suoi perché. Il ricordare non deve essere un esercizio accademico,  ma un elemento insostituibile del nostro modo di vivere, di guardare al presente e di pensare al futuro.

A questo serve la giornata della memoria: a ricordarci che dobbiamo ricordare, a coinvolgerci in quello che è l’impegno più importante di un popolo libero e democratico, evitare che si ripetano gli orrori di cui è piena la storia. E costruire una società futura dove siano sempre meno le occasioni in cui un popolo ne opprime un altro, in cui in nome di un’ideologia si tolgano la libertà e la vita ad altri uomini.

Mi piacerebbe che la giornata della memoria fosse vissuta in provincia con grande partecipazione, come sarebbe giusto. Penso soprattutto ai giovani, agli studenti, che si trovano, fortunatamente, a dovere fare i conti con la mancanza di esperienza personale delle tragedie che hanno attraversato la nostra epoca: le famiglie e gli insegnanti debbono aiutarli a costruire una memoria che possa fare a meno delle testimonianze dirette.

Ma la giornata della memoria ci deve toccare e coinvolgere tutti come cittadini di una società libera: è l’occasione per rammentarci una cosa importante, cioè che questa libertà non è un monumento da omaggiare, ma una strada che dobbiamo percorrere insieme ai tanti che con il loro sacrificio hanno permesso a noi di potere vivere da persone libere.