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Le attività estrattive si configurano come attività che producono impatti ambientali di carattere sia temporaneo (rumori, polveri, traffico indotto, eventuale peggioramento della qualità di aria e acqua) sia permanente (consumo di risorse non rinnovabili, modifiche morfologiche che inducono effetti sia sul versante paesaggistico che su quello idrogeologico).
Le problematiche connesse a questa attività sono affrontabili con una loro corretta localizzazione e gestione, ed essendo le risorse estrattive a tutti gli effetti “risorse finite”, occorre prevedere un uso oculato che eviti gli sprechi, sviluppando il soddisfacimento dei fabbisogni attraverso l’uso di materiali alternativi, in particolare ricorrendo al recupero e riciclo di inerti.
In materia di attività estrattive, le competenze della Provincia sono le seguenti:
La pianificazione in materia di attività estrattiva è attuata ai sensi dell’ articolo 6 della L.R. 18 luglio 1991, n. 17, che stabilisce che la Provincia elabori il Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (P.I.A.E.) come piano di settore facente parte del piano infraregionale previsto dall’articolo 12 della L.R. 5 settembre 1988, n. 36.
Il PIAE è redatto attuando le prescrizioni e le previsioni del Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) e dei piani di bacino.
Il piano individua i criteri di base per la scelta dei poli (valenza sovracomunale) e la regolamentazione degli ambiti (valenza comunale) al fine di mantenere una corretta gestione delle attività estrattive, confrontando i fabbisogni complessivi di materiale da estrarre con le disponibilità residue.
Il PIAE vigente è stato approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 75 del 26 luglio 2005; e sottoposto a verifica, ai sensi dell' art. 5 delle Norme Tecniche di Attuazione dello stesso Piano, al quinto anno, relativa anche all’andamento dei fabbisogni e alla dinamica dell’offerta intermedia, approvata con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 18 del 3 marzo 2009.
Il PIAE individua i criteri di base per la scelta dei poli e la regolamentazione degli ambiti, determinando, per ogni singola cava, tipi e quantità di materiali estraibili, nonché i criteri per le destinazioni finali delle cave a sistemazioni avvenute, perseguendo, ove possibile il restauro naturalistico, gli usi pubblici, gli usi sociali.
Vengono esaminate e messe a confronto le disponibilità residue e la situazione dei fabbisogni di materiali estrattivi, al fine di localizzare e dimensionare le risorse in base al fabbisogno stimato ma promuovendo l’individuazione ed utilizzo di materiali alternativi sostitutivi degli inerti di cava. Le previsioni estrattive pianificate dal PIAE devono essere recepite dai comuni territorialmente interessati nei loro Piani delle Attività Estrattive (P.A.E.); saranno poi i Comuni stessi ad autorizzare le attività di cava, attraverso la procedura prevista dall' art. 11 della L.R. n. 17/91 e ss.mm.ii..
Il PIAE determina le Norme Tecniche di Attuazione, da osservare nell’esercizio dell’attività estrattiva, che regolano le modalità di gestione dell'attività estrattiva.
L’ attività estrattiva, in Provincia di Ravenna, è riferita ad oltre 20 impianti estrattivi, con diverse tipologie di coltivazione e di materiale estratto (sabbia, ghiaia, argilla e gesso con l’unico polo presente in regione per l’estrazione di tale tipologia di materiale).
L’ articolo 25 della L.R. n. 17/91 e smi prevede che la Provincia istituisca la Commissione Tecnica Infraregionale per le Attività Estrattive (C.T.I.A.E.), con compiti consultivi; tale commissione, che rimane in carica cinque anni, è così composta:
La legislazione vigente prevede che la CTIAE si esprima esclusivamente in merito a richieste inoltrate dai Comuni o all'interno di procedimenti posti in capo alla Provincia.
In particolare, oltre che su ogni richiesta in materia avanzata dalla Giunta Provinciale, è chiamata ad esprimere il proprio parere consultivo in merito a:
a) Piani Comunali delle Attività Estrattive (P.A.E.): il Comune, ai sensi dell' art. 7 della L.R. n. 17/91 e ss.mm.ii. e dell' art. 34 della L.R. n. 20/00 e ss.mm.ii., trasmette il PAE adottato alla Provincia per l' eventuale formulazione di riserve; la Provincia si esprime con Delibera di Giunta previa consultazione delle CTIAE.
b) Esonero dall’ obbligo di adozione del PAE: i Comuni, ai sensi dell' art. 10 della L.R. n. 17/91 e ss.mm.ii., possono avanzare richiesta motivata di esonero dall' obbligo di adottare il PAE; la Provincia si esprime sentito il parere della CTIAE.
c) Autorizzazione convenzionata all’attività estrattiva: ai sensi dell' art. 11 della L.R. n. 17/91 e ss.mm.ii., l' esercizio dell'attività estrattiva è consentito con provvedimento autorizzativo del Sindaco su parere della CTIAE.
d) Revoca o sospensione dell' Autorizzazione: il Sindaco del Comune competente, ai sensi dell' art. 18 della L.R. n. 17/91 e ss.mm.ii., può disporre, con provvedimento motivato, la revoca o sospensione dell’autorizzazione convenzionata all’attività estrattiva, sentita la CTIAE.
La legislazione vigente non prevede casi in cui la CTIAE debba rilasciare parere in merito ad istanze presentate da privati.
La Provincia collabora con la Regione per l’ aggiornamento del catasto delle attività estrattive come disposto dall’ articolo 28 della L.R. n. 17/91 e ss.mm.ii..
Secondo quanto disposto dall’ articolo 146 della L.R. 21 aprile 1999, n. 3 e ss.mm.ii., alla Provincia competono le funzioni di polizia mineraria, per la vigilanza sull’applicazione delle norme di polizia delle cave di cui al D.P.R. n. 128 del 9 aprile 1959; in particolare, dal combinato disposto dal D.P.R. n. 128 del 9 aprile 1959 e dalla L.R. n. 3 del 21 aprile 1999, risulta che le autorizzazioni in deroga sono di competenza della Provincia, limitatamente al rispetto delle distanze.
Esulano dalle competenze della Provincia le funzioni di tutela della salute dei lavoratori, comprese quelle di vigilanza in materia di prevenzione degli infortuni, di igiene e di sicurezza del lavoro spettanti alle AUSL competenti (art. 21 L.R. n. 17/91).
Alla Provincia compete il rilascio del Nulla Osta Minerario, ai sensi degli artt. 111 e 120 del R.D. 11.12.1933, n. 1775, in ordine ad interferenze con situazioni di interesse minerario nella realizzazione di linee ed impianti elettrici.
Normativa di riferimento
(Ultimo aggiornamento: 22 novembre 2013)
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